30 Mag | La Sicilia, 29 Maggio 2016
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Speciale – La Sicilia, 29 Maggio 2016
È l’Aquilae Grillo Bio il campione del Mondo dei vini bianchi del 2016.
L’etichetta di CVA Canicattì ottiene il punteggio più elevato nella categoria “Vini Bianchi” e conquista La Gran Medaglia d’oro del XXIII Concours Mondial de Bruxelles. Un inizio d 2016 davvero sorprendente che ha visto la cooperativa agrigentina trionfare anche in Germania al Mundus Vini e nel Regno Unito ai Decanter World Wine Awards.
È autenticamente “Born in Sicily” il vino bianco Campione del Mondo del 2016. È l’Aquilae Grillo Bio 2015 di CVA Canicattì, che grazie ad uno strepitoso punteggio conquista la Gran Medaglia d’oro e il titolo di “Vino Bianco Rivelazione” del XXIII Concorus Mondial de Bruxelles, da sempre ritenuto, per la giuria e la scientificità del suo giudizio il “Campionato Mondiale dei Vini”. A questo grande titolo, CVA Canicattì aggiunge una medaglia d’argento conquistata dall’Aquilae Catarratto 2015.
Un trionfo che rende merito al gran lavoro compiuto in questi anni da questa realtà impegnata a portare avanti un modello imprenditoriale centrato sul binomio qualità territorio. Una filosofia produttiva che, nel giro di due lustri, ha reso i vini a marchio CVA Canicattì una garanzia d’eccellenza riconosciuta dalla critica enologica e dal mercato, per stile produttivo e autenticità territoriale. E non è un caso che dietro a questo nuovo grande successo ci sono proprio quelle varietà autoctone, come il Grillo e il Catarrato, oggi ritenuti due vitigni “esemplari” di sicilianità, ma anche di freschezza e godibilità che questi vini esprimono per natura. Il segno di un’evoluzione sempre di più centrata su una lettura enologica coerente alla storia e alla cultura del territorio della Sicilia sud occidentale, in cui operano i 300 piccoli vignerons di CVA Canicattì.
L’edizione 2016 del Concours Mondial quest’anno ha fatto tappa in Bulgaria, nella città di Plovdiv, e ha visto in campo 8750 campioni provenienti da 51 nazioni diverse. A giudicare questi vini sono stati 320 degustatori, tutti professionisti del mondo del vino tra enologi, sommelier e scrittori del vino, arrivati da 50 paesi.
“Per noi – dichiara Giovanni Greco, presidente di CVA Canicattì– è una grande soddisfazione ricevere con il nostro primo bianco biologico, un riconoscimento così importante da questo Concorso enologico internazionale, unico nel suo genere per partecipazione e rappresentatività. Questo premio contribuisce sicuramente ad accendere ulteriormente i riflettori sui vini bianchi di Sicilia, che sembrano finalmente avere destato l’attenzione del mercato nazionale e internazionale, e conferma la nostra capacità di esprimere un’enologia rinnovata e moderna. Un modo di concepire il vino che ha saputo conquistare e convincere i consumatori e la critica di ogni parte del mondo”.
L’Aquilae Grillo Bio è un vino entusiasmante, dal carattere impareggiabile. Un bianco innovativo per sapidità e freschezza. Racchiude in sé eccellenti doti di leggiadria e grande duttilità di abbinamento. Un vino lineare, autentico nel richiamare l’ identità del vitigno e del terroir.
Dietro la grandezza dell’Aquilae Grillo Bio c’è un grande lavoro di squadra che vede innanzitutto la grande sinergia tra Tonino Guzzo, consulente dell’azienda, e Angelo Molito, enologo di CVA Canicattì che insieme hanno dato vita a questo nuovo profilo produttivo dell’azienda.
In questa prima parte di 2016, la cooperativa siciliana ha conquistato altri riconoscimenti che contribuiscono a elevare il prestigio del marchio a livello internazionale. Alla diciottesima edizione del Gran Premio Internazionale Mundus Vini, patrocinato dall’Unione Internazionale degli Enologi, che si svolge nella città di Neustadt ,in Germania, i vini di CVA Canicattì hanno ampiamente convinto la giuria qualificata del concorso. La cooperativa siciliana è riuscita a portare a medaglia tutti i campioni presentati nella degustazione di Primavera contribuendo a fare dell’Italia il paese che ha ottenuto più riconoscimenti in questa edizione del Gran Premio, e incrementando il personale bottino di medaglie conquistate in questa autorevole vetrina internazionale, molto importante per consolidare la posizione nei mercati del nord Europa. Lo Scialo 2013, il Fileno 2015 e l’Aquilae Nero d’Avola 2014 hanno conquistato la Medaglia d’oro mentre all’Aquilae Nero d’Avola Bio 2014, è andata la medaglia d’argento. Al concorso internazionale “5 Star Wine” del Vinitaly, l’Aquilae Nero d’Avola ha ottenuto il lusinghiero punteggio di 90/100. Dal Regno Unito, invece, arrivano gli ultimi allori conquistati in ordine di tempo. La scorsa settimana sono stati resi noti i risultati del Decanter World Wine Awards, competizione internazionale organizzata dalla prestigiosa rivista londinese che si avvale della valutazione espressa da una giuria composta da enologi, distributori, giornalisti, Masters of Wine e Master Sommelier di tutto il mondo. Ad essere premiati nella dodicesima edizione di questo concorso, che in pochi anni è diventato molto influente a livello mondiale, sono stati lo Scialo 2013 e il Centuno 2013, che hanno ottenuto la medaglia di Bronzo mentre il Fileno 2015 ha ottenuto il bollino blu della Menzione.
La Sicilia, 29 maggio 2016. Il Punto del Presidente
Nuovi scenari per una realtà in piena crescita su Italia ed estero.
Virtuosi Vignerons quelli che raccoglie la CVA Canicattì, la cooperativa che, in poco meno di 10 anni, ha raddoppiato volume e valore, costruendo sul Nero d’Avola e vitigni autoctoni di Trinacria, una “solida” reputazione produttiva, con bottiglie ritenute esemplari per qualità e giusto prezzo.
I numeri parlano chiaro e mettono in evidenza innanzitutto la crescita di immagine del marchio, grazie agli importanti riconoscimenti internazionali ottenuti con i vini più rappresentativi e più venduti all’estero: il Centuno, l’Aquilae Nero d’Avola e lo Scialo, tra i rossi, e il Fileno, tra i bianchi. Queste etichette hanno come denominatore comune i vitigni autoctoni più conosciuti della Sicilia, Il Nero d’Avola e il Grillo, varietà su cui la cooperativa ha fortemente investito e che stanno proiettando CVA Canicattì tra le realtà più rappresentative della cooperazione siciliana del vino di qualità.
“Ad essere premiato dal consenso del pubblico e della critica – spiega Giovanni Greco, presidente della cooperativa – è il modello imprenditoriale centrato sul binomio qualità territorio con una filosofia produttiva che ha reso i nostri vini riconoscibili per stile produttivo e territorialità”.
Qual è il segreto di questo successo?
La dimensione sincera, perché in fondo siamo una grande famiglia che lavora in sinergia. La nostra evoluzione ha visto protagonisti i circa 300 piccoli viticoltori, spina dorsale dell’azienda, che sotto il nostro marchio e nella guida del nostro staff tecnico, si riconoscono coltivando poco più 900 ettari di vigneto dislocati in 12 comuni, tra le province di Agrigento e Caltanissetta. Una produzione d’eccellenza che vive nella conduzione familiare dei vigneti – la media per socio non supera i 3 ettari complessivi. Siamo nelle terre del Nero d’Avola e dei vitigni che hanno fatto la storia del vino siciliano nel mondo come il Grillo e il Cataratto, e il mercato dimostra di sapere apprezzare ed accogliere queste autentiche produzioni born in Sicily.
I grandi riconoscimenti internazionali degli ultimi anni sono sicuramente un grande vanto ma come sta rispondendo il mercato e in quali Paesi si concentra la vostra attività?
Il 2015 è stato un anno memorabile per CVA Canicattì che ha incrementato il suo fatturato di oltre il 10% sull’anno precedente, con una produzione che ha toccato quota 900.000 bottiglie, record assoluto per CVA Canicattì. Diciamo anche che più del 50% di queste bottiglie è destinato al mercato estero, principalmente Europa ma anche Nord America e Asia. Germania, Inghilterra, Francia, Stati Uniti e Svizzera sono i bacini maggiormente serviti, con Cina e Canada in grande crescita. Trend confermato anche in questi primi mesi del 2016 nel quale abbiamo riscontrato segnali positivi nelle fiere a cui abbiamo partecipato, Prowein a Dusseldorf, il Vinitaly a Verona e il Millésime Bio a Montpellier – che certificato il buon lavoro svolto dal CdA della cooperativa. Ma note liete arrivano anche dal mercato interno che torna a crescere grazie ad una migliore distribuzione e all’ampliamento delle città servite.
I Programmi per il futuro?
In questi mesi, punteremo innanzitutto a consolidare i rapporti commerciali nei mercati storici per noi, come la Germania, e rafforzare quelli in alcune piazze strategiche, come gli Stati Uniti. Faremo degli investimenti in promozione per cercare di far emergere al meglio la nostra condizione di produttori d’area, attraverso prodotti sempre più in linea con le esigenze dei consumatori. Stiamo sviluppando un protocollo d’intesa per creare una rete di imprese insieme al Consorzio di Tutela del Ragusano DOP e il Consorzio di Tutela Salame Sant’Angelo di Brolo, per sviluppare un’azione comune per la promozione di prodotti legati all’unicità dei territori di riferimento: Le Terre del Nero d’Avola, la città di Ragusa e il Parco dei Nebrodi – dove gli aspetti culturali, storici e ambientali, costituiscono un valore aggiunto significativo”.
La Sicilia, 29 Maggio 2016. La Produzione di CVA Canicattì
Nel cuore della Sicilia sud occidentale, c’è un territorio dai mille volti produttivi dove la coltivazione della vite ha origini lontanissime e ha disegnato uno degli scenari più emblematici della Sicilia che fa qualità. È la magia delle Terre di Nero D’Avola, che rivive nei vini CVA Canicattì, in grado di portare nel bicchiere la tradizione viticola di un territorio che esprime al meglio delle sue potenzialità il vitigno principe degli autoctoni di Sicilia. “Ogni singolo vigneto dei 300 soci – spiegano Angelo Molito, enologo CVA Canicattì e Tonino Guzzo, consulente enologo dell’azienda – viene costantemente monitorato durante l’anno. I controlli vengono intensificati durante la vendemmia per ottenere grappoli sani e dare origine a vini che esprimano al meglio le caratteristiche di questo territorio unico e straordinario”.
La linea produttiva è costituita da 21 etichette, divise in cinque fasce di prodotto. I Cru, il cui vertice è rappresentato dall’Aynat, Nero d’Avola in purezza affinato per 14 mesi in barrique di primo passaggio. Segue lo Scialo, Nero d’Avola e Syrah affinato per 12 mesi in barrique di secondo passaggio, il Caliò, blend Nero d’Avola e Nerello Cappuccio affinato in acciaio, ideale da servire leggermente freddo come aperitivo, Diodoros, figlio di un progetto condiviso con l’Ente Parco Valle dei Templi. Fanno parte di questa fascia anche il Fileno e il Centuno, che prendono vita rispettivamente da uve di Nero d’Avola e Grillo e che già hanno regalato grandi soddisfazioni, il Satarì, una versione frizzante di un blend di Grillo e Charonnay, Delicio, un rosato da uve Nero d’Avola e Nerello Mascalese e Sciuscia, una vendemmia tardiva ottenuta da uve di Nero d’Avola, il primo vino dolce prodotto a marchio CVA Canicattì. La linea Aquilae, costituita da 7 vini tutti monovarietali, di grande personalità, strutturati ed eleganti, rappresenta la fascia di produzione di CVA Canicattì più consolidata nel territorio e tra le più apprezzate dai wine-lovers. Questa linea è costituita da un Grillo, uno Chardonnay, un Catarratto, un Nero d’Avola, un Cabernet Sauvignon, un Merlot ed un Syrah. La novità dell’ultimo anno è la nascita della linea Aquilae Bio, vini biologici certificati pensati per svelare da un nuovo punto di vista la filosofia produttiva condivisa da tutti e 300 piccoli vignerons di CVA Canicattì. I vini di questa linea sono l’Aquilae Nero d’Avola Bio e l’Aquilae Grillo Bio. Ultima, ma non per qualità, la linea La Ferla, costituito da tre prodotti, un Nero d’Avola, un Inzolia ed un Rosato, prodotto con uve di Nero d’Avola e Nerello Mascalese, caratterizzati da un rapporto qualità-prezzo davvero impareggiabile.
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La Sicilia, 29 Maggio 2016
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